«SON TUTTO QUESTO LE MIE CANZONI». LA POESIA IN FRANCESCO GUCCINI 

Il nome di Francesco Guccini merita un posto tra le migliori antologie della letteratura italiana. Nonostante nella prima strofa di Addio si voglia definire «chierico vagante, bandito di strada, non artista, solo piccolo baccelliere, […] giullare da niente ma indignato»

FRANCESCO GUCCINI. TRA I PORTICI COSCE DI MAMMA BOLOGNA

Sono varie le canzoni dedicate da Francesco Guccini alle città, da Venezia –
«Venezia che muore, Venezia sdraiata sul mare, la dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi Venezia la vende ai turisti» – a Genova, con Piazza Alimonda, scritta per ricordare i tragici eventi del G8 

«IL TEMPO ANDATO NON RITORNERÀ». GLI OTTANT’ANNI DI FRANCESCO

Lo scorrere del tempo è uno dei temi più ricorrenti nell’opera gucciniana. Nell’album Radici, pubblicato nel 1972, si trova la Canzone dei dodici mesi, poema che descrive e accompagna l’anno solare, «diverso tutti gli anni ma tutti gli anni uguale».

«CHITARRE E LAMPI DI STORIE FUGACI DI AMORI RAPACI». GLI AMORI DI FRANCESCO GUCCINI

Il tema forse più ricorrente nelle canzoni di Francesco Guccini è l’amore, o per meglio dire, la fine degli amori. Nei suoi testi autobiografici, scritti con il cuore, è facile immedesimarsi: frasi intime, non costruite in funzione del pubblico, parte di vissuti personali, eppure condivisibili da molti, in momenti diversi della vita.

LA GUERRA SANTA DEI PEZZENTI. GUCCINI E LA RIVOLUZIONE

Il lato politico di Francesco Guccini compare in varie canzoni. Stagioni, pubblicata nel 2000, racconta di un tragico evento di molti anni prima, in «quel giorno d’autunno/in ottobre avanzato/con il cielo già bruno», un episodio accaduto lontano dall’Italia, «in terra boliviana», ma che scosse profondamente non solo il terzo mondo ma anche la sinistra europea e italiana in particolare.