NELLA PIETÀ CHE NON CEDE AL RANCORE. IL CRISTIANESIMO IN FABRIZIO DE ANDRÉ 

Pensando alla religiosità di Fabrizio De André, viene in mente subito l’album La buona novella, ispirato dalla lettura dei Vangeli apocrifi. L’introduzione Laudate Dominum sembra un coro ecclesiastico, eppure quello di De André è un Vangelo laico ed estremamente rivoluzionario, come si nota già dalla prima canzone, L’infanzia di Maria: non solo non si parla di miracoli ma non si parla nemmeno di Gesù.

IL CALORE DI UN MOMENTO. IL PERDONO IN FABRIZIO DE ANDRÉ

«L’intera opera di De André è annuncio, è buona novella, è Vangelo con tanto di motto: per crucem ad lucem»: con queste parole il prete genovese don Andrea Gallo, nel libro Angelicamente anarchico, apre i capitoli dedicati al suo amico e poeta.

NON C’È L’INFERNO NEL MONDO DEL BUON DIO. PENTIMENTO E GIUDIZIO IN FABRIZIO DE ANDRÉ

Una ragazza seduce un uomo anziano per poi essere pagata ma il vecchio, oltre che sorpreso dalla richiesta della giovinetta, è povero e non può pagare; lei e il suo complice (nel testo è definito sia «compagno» che «protettore»), dunque, lo uccidono credendolo un truffatore, per poi scoprire, frugandogli nelle tasche, che egli è povero davvero.

NON CI SONO POTERI BUONI. IL POTERE IN FABRIZIO DE ANDRÉ

L’intera opera di Fabrizio De André è beffa del potere, dello Stato e delle sue leggi scritte, della presunzione di chi crede di avere sempre ragione. Re e gendarmi, professori e magistrati, sono figure per le quali il poeta genovese non ha mai avuto stima e raramente ha mostrato nei loro confronti il rispetto e la riverenza che questi si aspetterebbero.

L’AMORE SACRO E L’AMOR PROFANO NELL’OPERA DI FABRIZIO DE ANDRÉ

Ad ogni donna pensata come amore in un attimo di libertà

Le figure femminili sono costantemente presenti nell’opera di De André, in ogni canzone, ricoprendo quasi sempre ruoli di rilievo. E sono sempre trattate con grande rispetto e spesso anche con affetto e amore.

GENOVA NELL’OPERA DI FABRIZIO DE ANDRÉ

Genova è una città particolare, complicata e bellissima, difficile da immaginare per chi non la conosce. Per i latini Genova era Ianua, la porta sul mare detto Nostrum, ma oggi nel porto si sente parlare italiano e genovese ma anche arabo inglese francese spagnolo, tutte le lingue di un Mediterraneo più che mai cosmopolita.

DAL LETAME NASCONO I FIOR. GLI ULTIMI NELL’OPERA DI FABRIZIO DE ANDRÉ 

Se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo

Tutta l’opera di Fabrizio De André è dedicata agli ultimi, poveri emarginati sbandati, ladri assassini prostitute poco di buono, tutti coloro che la società benestante e benpensante rifiuta. Quanti Geordie, Michè, Bocca di Rosa si incontrano nelle sue canzoni, gli stessi volti che si vedono perdendosi la sera nei vicoli genovesi.